sabato 10 ottobre 2009

Scusa, permetti un atemi?

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Spesso parlando con il nostro Maestro, mi sono ritrovato a discutere sul fatto che ormai gli atemi stanno scomparendo dalla nostra pratica.

Quando ho iniziato, la frase : “ …qui c’è atemi! “ era frequente durante le lezioni. Attualmente è invece pressocchè scomparsa, Tanto è vero che una volta mi trovai a chiedere al Maestro:” …ma non è che a forza di non tirare più un atemi alla fine non saremo più in grado di lottare? “ La risposta di Ruta, secca e lapidaria, mi spiazzò: “ speriamo ! “

Con questo augurandosi la scomparsa di ogni forma di lotta dal futuro dell’uomo.

Confesso che questo concetto di un’arte marziale che tenta di “ de-marzializzarsi “, lo trovo un pò ostico da metabolizzare, pur comprendendo appieno il momento etico che possa muovere ad una simile concezione dell’aikido. Perfettamente comprensibile il concetto di una disciplina che puo’ esser letale e perciò va modulata nelle sue espressioni.Altrettanto lo zen come anima, come può esserlo per l’ikebana o la cerimonia del the. Però per il resto, ammetto di intravedere uno spiraglio di luce…ma poi la porta si chiude.

E’ proprio vero, le scale vanno affrontate un gradino alla volta, io forse cerco di fare zompi di pianerottolo in pianerottolo.

Immaginando di fare cosa gradita ripropongo un passaggio del nostro Maestro su questo tema:

“ Perchè noi nella pratica usiamo poco gli atemi?
1) perchè riducono la fluidità del movimento e quindi lo scorrere libero dell'energia
2) perchè l'aikido non è un budo (arte marziale) fondato sul principio di riuscire a vincere un nemico (come accadeva nel passato) ma è un Budo moderno il cui scopo è di portare l'umanità a diventare un'unica famiglia.
3) Quando attacchiamo automaticamente creiamo un "movimento relativo" (cioè in opposizione ad uke) nato da un "pensiero relativo" (esiste un nemico da cui difendersi e - più in generale - esite il male contro cui combattere...) tutto questo è poi sorretto da emozioni di paura (di essere sottomessi, di non valere, di non arrivare primi...) e da atavici e inconsci istinti biologici di sopravvivenza (che ci avvicinano più alle bestie che al "progetto uomo"

Buona domenica.

p.s.: ho appena trovato questa bella pagina, leggetela a questo indirizzo.

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