lunedì 21 giugno 2010

Pensieri sullo stage,da parte di Pasquale

Overtone


E’ sempre un grande piacere fare full immersion di questo tipo. Per due giorni
si “vive” la pratica in maniera più profonda. E si fa esperienza di stili
diversi di praticare una stessa arte. Ci sono degli elementi che sono al fulcro
dell’insegnamento di ciascun maestro. Ho notato per esempio che Gargiulo Sensei
insiste molto sulla circolarità dei movimenti e delle tecniche. Tutto è
riconducibile ad un cerchio, persino le tecniche che sembrano più lineari.
Questo stride un po’ con gli insegnamenti di altri maestri che invece
prediligono il movimento netto e lineare rappresentato dal taglio di una spada.
Il cerchio è morbido, avanza e torna su stesso, oppure accoglie e riprende, non
finisce mai, è infinito, non c’è un inizio, non c’è una fine. La spada invece è
netta, lineare, taglia, finisce, uccide. E’ chiaro che nell’aikido sono
presenti entrambi gli aspetti, e forse questo rispecchia la sua storia
particolare, la sua provenienza iniziale dal Dayto Ryu di Takeda e la
successiva evoluzione più spirituale derivante dallo shintoismo. Così come
osservando le fasi di sviluppo pre-natale di ogni essere umano è possibile
ripercorrere tutte le fasi evolutive precedenti della specie (filogenesi
contenuta nell’ontogenesi). I due maestri Gargiulo e Ruta rappresentano queste
due anime diverse ma complementari della stessa arte. La difficoltà maggiore
forse è proprio riuscire a trovare il giusto equilibrio tra questi due aspetti
yin e yang, senza che uno finisca con il prevalere sull’altro. Ma questo come
al solito vale anche per la vita di tutti i giorni.
Una piccola nota sull’overtone chanting: ad un certo punto, mentre ero parte
di questo cerchio, emettendo questi suoni particolari insieme agli altri, è
come se la mia individualità, il mio Ego, tendesse a scomparire, come qualcosa
di passeggero, illusorio, per entrare in una dimensione diversa non più fatta
da singole entità o forme, ma da un’unica realtà universale. Per alcuni
brevissimi istanti mi è sembrato di trovarmi al centro dell’universo a diretto
contatto con Dio. Qualcosa di molto simile ad una esperienza mistica,
religiosa.
Ci vediamo sul tatami,
Pasquale

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