sabato 5 novembre 2011

Lo stage visto da Fabio

Fabio

 

Di seguito le riflessioni di Fabio sullo stage appena concluso a Roma.

Interessante il suo punto di vista perchè per la prima volta partecipava ad uno stage con il Maestro.

Condivido ed apprezzo il suo pensiero, ma altrettanto bene accetto sarebbe il parere di quanti volessero partecipare alla discussione.

----

“ Sarà retorico, ma  anche  solo veder praticare e sentir parlare il maestro Tada, per me per la prima volta, è stata un'emozione.

Ciò dimostra che davvero l'aikido si basa su un lavoro col Ki, cioè un "Do". Mi è piaciuta molto la scelta delle tecniche per le lezioni, un misto tra tecnica (i 6 principi: ikkyo nikkyo... hijikime osae) ed energia (le proiezioni), tant'è che a fine della lezione se non erro di domenica mattina ho commentato con un praticante dello Shin Bu dicendo "lezione perfetta". E forse anche questo sarà retorico ma non credo ci sia aikido migliore del Tada juku.
Non posso d'altro canto non esprimere un giudizio negativo sulla struttura dell'ambiente dello stage: La semplice misurazione in metri quadrati non è l'unico dato di cui tenere in conto quando ci si trova ad organizzare la partecipazione di oltre 200 praticanti che, si spera, non debbano risparmiare le proprie energie. L'areazione di cui godeva la palestra era, per farla breve, tale da far sentire a corto di fiato me ed altri praticanti. La zona docce-gabinetti, totalmente sprovvista di areazione verso l'esterno, già durante il passaggio dei praticanti costretti da pause ristrette tra le lezioni, era diventata pericolosa e molto sporca. Pur ammettendo di non aver girato un cospicuo numero di palazzetti sportivi penso che gli unici paragoni utili siano da fare con strutture ingegnieristicamente migliori.
Allo stesso modo mi trovo ad esprimere un parere negativo sulla condotta della maggior parte dei partecipanti allo stage, e qui mi piange il cuore visto che sino ad ora ho sempre ritenuto costruttivo il praticare con sconosciuti. Ho notato fretta nel praticare per sfruttare "al meglio" il tempo concesso per ogni tecnica e il fatto che praticanti di stili diversi da quello del maestro Tada non seguivano le direttive date nella spiegazione, con conseguente grande ricorso a ghiaccio spray, cerotti e bendaggi vari, oltre che episodi di scarsa cordialità e armonia tra i praticanti. Inoltre mi è stata fatta personalmente la richiesta, da parte di uno yudanasha di "rispettare le gerarchie" (sic...) in modo da far praticare prima i gradi dan poi i kyu, e in effetti mi sembrava una prassi osservata a maggioranza. Però lo trovo semplicemente assurdo: Non trovo sia una mancanza di rispetto verso i senpai il voler praticare amalgamandosi a loro nè costruttivo trattare i gradi kyu alla maniera del "se c'è tempo praticano". In concreto molti kyu me compreso finivano per non fare da tori; Personalmente mi sembrava di fare più da spettatore che altro. Mi sono state invece raccontate dimostrazioni di stizza di parte delle cinture nere alle richieste di aiuto da parte dei kyu; ovviamente e per fortuna però non è stato il comportamento di tutti. Non posso accettare dunque di praticare con questo rapporto di costo monetario/condizioni di pratica. Sono assolutamente per il rispetto delle regole a patto che non diventino formalismi poco sentiti e che siano a discapito di qualcuno. In conclusione uno stage che è stato bello vivere più come una specie di conferenza, dato il valore stellare dell'insegnante, che come momento per praticare. Spero dunque in un'occasione futura in circostanze più felici.
Grazie per la lettura e ai compagni dello Shin Bu e ai maestri Ruta, Giangrande e Zucco con cui ho avuto il grande piacere di praticare.

Fabio "Empi" D'Abramo. “

12 commenti:

  1. povero diavolo di un admin, ma na foto migliore no? XD

    Grazie per avermi pubblicato

    RispondiElimina
  2. e va bene va bene, prendo con entrambi i palmi verso l'alto, torno in seiza e metto al fianco...

    RispondiElimina
  3. E non dici grazie che lo metti al fianco?
    Cmq penso che la tua analisi sia molto molto approfondita e oggettiva. Ti appoggio il discorso del: "è vero che pratichi un altro stile, ma se stai assistendo ad un seminario di H. Tada, pratica secondo il suo insegnamento, se no val la pena?".
    Aggiungerei anche un'altra cosa: poche persone hanno ascoltato il consiglio sulla morbidezza e sull'armonia delle tecniche. In alcuni casi era una lotta senza fiato!

    Nota alle cinture nere spocchiose.. voi mai siete stati kiu? Fatevi la domanda e ripondetevi.

    My 2 cents

    RispondiElimina
  4. mi piace il commento di fabio allo stage di tada.
    non mi piace il comportamento di alcune cinture nere durante lo stage nei confronti dei praticanti kyu, ma gli stupidi stanno ovunque.
    buon keiko nicola

    RispondiElimina
  5. A Piero, in merito alla morbidezza delle tecniche: quei giorni ho incassato un paio di leve fatte quasi con cattiveria ^^
    In merito all'interrogativo sull'essere stati kyu: GOOD POINT, l'ho pensato anche io. E'quasi una forma di "nonnismo", senza le connotazioni più amare del termine.

    Grazie a te e a Nicola per gli apprezzamenti...

    RispondiElimina
  6. Concordo con Fabio quasi in tutto, non la penso come lui sul fatto che non convenga praticare dato il rapporto prezzo/qualità di pratica. Il clima di pratica non è piacevole, questo è vero, tuttavia avere la possibilità di essere ai piedi di un grande Maestro e ascoltare da pochi metri il vibrare della sua voce mi appaga e mi soddisfa del tutto e sono contento di spendere 100 euro per avere tale possibilità.
    Fabio, la prossima volta, se vorrai, ti invito a metterti in prima linea durante il saluto e durante la respirazione, così da poter fare kokyu ai awase di fronte al maestro Tada. Poi mi dici se tale esperienza vale o meno il prezzo del biglietto.
    Concludo proponendo una diversa visione delle condizioni ostative della pratica: io sono il primo che si lamenta delle condizioni di pratica e degli atteggiamenti poco "ai" di alcuni praticanti, tuttvavia la cosa può essere vista come un'occasione per mettere in pratica gli insegnamenti del maestro Tada e cercare di non entrare in contrasto. Come si fa? Il mio modo coincide con la continua ricerca del piacere nello sprigionare e aumentare la mia energia durante l'esecuzione delle tecniche, oppure mi risulta interessante notare come riesco a gestire una discussione accesa con un altro praticante, per vedere se riesco o meno a fare "tenkan" con lui, oppure, ancora, per me è interessante notare come il mio corpo riesce a gestire i momenti in cui manca l'aria. Noto e basta. Senza contrappormi. Noto anche quando mi girano le palle e non mi riesce più di non contrappormi.
    Anche nella vita non è possibile che tutte le cose vadano come vogliamo noi e a volte le cose più belle hanno degli svantaggi o degli ostacoli da superare, poi una persona può scegliere se rinunciare o continuare a gustarsi il frutto nonostante ci sia un guscio duro da superare.
    Marco Marino.

    RispondiElimina
  7. Eccheccacchio!
    Finalmente sono riuscito a tirarvi fuori dal guscio!
    Finalmente un thread dove qualcuno esce fuori a dire come la pensa!
    ... a parte questo approfitto dell'occasione per dire la mia, o meglio per ripetermi, visto che il post di oggi parla proprio di questo.
    Capisco e,ripeto condivido, il punto di vista di Fabio ( il comportamento, scemo, dei nonni...il posto abbastanza squallido... il prezzo richiesto, che può non essere alla portata di tutti, il poco spazio vitale a disposizione ed il connesso aumentato rischio di incidenti durante la pratica...), ripeto concordo in molte cose, ma ripeto, tu Fabio parli di " valore stellare " dell'insegnante ed è questa un'affermazione che vale perfettamente il rapporto qualità/prezzo.
    Il fatto di praticare insieme al Maestro è un valore aggiunto irraggiungibile, è una di quelle cose che racconterò ai miei nipoti , se e quando ne avrò: io c'ero,io l'ho conosciuto...
    Quando torno al nostro dojo, torno ancora più carico di prima ed ancora più spronato e motivato.
    Quello che invece mi sento di criticare aspramente è l'incapacità di tanti di seguire poi nella pratica gli insegnamenti del Maestro. Mi spiego: se FAI UNO STAGE CON TADA,CACCHIO FAI LA TECNICA COME LA FA TADA E NON COME CACCHIO LA FAI TU AL TUO DOJO TUTTI I GIORNI!!!!
    Vi pare o no'
    Ammetto che in questo noi dello SBD siamo favoriti, avendo un Sensei che è un tadiano ortodosso-oltranzista-integralista ;-)
    E di questo gli sono grato :-)
    Mo' però fatemi correre che devo preparare il borsone!!!

    RispondiElimina
  8. molti sanno che, da un pò di tempo, critico l'organizzazione dello stage di roma del M° Tada a causa dello spazio esiguo in rapporto al numero dei partecipanti. non sono d'accordo con marco sul richiamo ai principi dell'aikido al fine di poter praticare anche in quelle condizioni, mentre mi trovo perfettamente d'accordo nell'immenso piacere di vedere il nostro sensei.
    Tada lo voglio gustare bene e non con la gente addosso e poi se grazie al kokyu ai awase colgo anche per un secondo l'energia che circola, cavolo, devo stare anche attento a praticare.
    vero che tutte le cose non vanno mai come le vogliamo ma credo che dovremmo cercare, nel nostro piccolo, di migliorare questo aspetto dello stage di Roma, facciamo "ai".
    protestiamo, parliamone se siate d'accordo con tutti i nostri amici aikikai chissà . . .
    nicola

    RispondiElimina
  9. Non intendo che non ci si debba lamentare, però una volta li che fai non pratichi, o ti guasti il gusto di stare col maestro?? Penso che anche al maestro non sia gradito più di tanto il luogo, però qualcuno ha mai sentito che se ne lamentasse?
    Mi sembra giusto parlarne alla direzione didattica per cercare migliori location, però personalmente ritengo bello anche cercare di armonizzarsi quando le circostanze non sono del tutto favorevoli.
    Marco

    RispondiElimina
  10. Storie di tutti i dojo vecchi discorsi sempre da fare...

    RispondiElimina