Eccovi il suo post:
“questo pensiero mi è venuto durante l’ultimo appuntamento dalla mia igienista dentale. Pensavo, rilassa le spalle e segui il movimento.
Quando effettuiamo le tecniche da tori dovremmo farle in ki no nagare.Bene, ciò grazie alla possibilità che, come diceva l’altra sera Fabrizio, all’interno delle linee e degli schemi delle tecniche di aikido, il tori alla fine deve essere libero e le sue tecniche devono essere effettuate in anjodaza. Adesso arrivo alla conclusione.
Secondo voi anche per l’uke vale il ki no nagare ect.. Una risposta e un perché ?
Per come la vedo io, l'aikido è tutto un fluire di energie.
RispondiEliminaL'attacco deve essere " sincero " ( per usare le parole di Fabrizio ), assoluto e quindi reale.
" One shot, one kill " , il fine è quello, ma anche tori persegue identico fine.
Ma i ruoli cambiano e perfino il tori è tale per un brevissimo istante, altrettanto è per l'uke che passando per gaeshi waza capovolge i ruoli.Uke e tori sono il bianco e nero del cerchio zen, avrebbero significato divisi o diversi?
Non credo.
p.s. : spero di non aver detto un cofano di cretinate, ma oggi sono filosofo.
Buon sabato.
Primo: bellissimo argomento, Nicola!
RispondiEliminaCome giustamente dice Salvo, uke è parte dell'aikido quanto tori, solo che a volte mi sembra che nella pratica curiamo questo aspetto poco o niente, a meno che non si faccia da uke ai maestri.
Per venire alla domanda iniziale, d'istinto mi viene da pensare che il punto di equilibrio fra non ostacolare tori e non falsare l'aikido passi proprio dal kinonagare.
Ma è più una sensazione che un pensiero che saprei spiegare, e ho come idea di aver saltato qualche passaggio logico...