sabato 7 febbraio 2009

Nicola ci scrive


Eccovi il suo post:

“questo pensiero mi è venuto durante l’ultimo appuntamento dalla mia igienista dentale. Pensavo, rilassa le spalle e segui il movimento.

Quando effettuiamo le tecniche da tori dovremmo farle in ki no nagare.Bene, ciò grazie alla possibilità che, come diceva l’altra sera Fabrizio, all’interno delle linee e degli schemi delle tecniche di aikido, il tori alla fine deve essere libero e le sue tecniche devono essere effettuate in anjodaza. Adesso arrivo alla conclusione.

Secondo voi anche per l’uke vale il ki no nagare ect.. Una risposta e un perché ?

Ciao nicola.

2 commenti:

  1. Per come la vedo io, l'aikido è tutto un fluire di energie.
    L'attacco deve essere " sincero " ( per usare le parole di Fabrizio ), assoluto e quindi reale.
    " One shot, one kill " , il fine è quello, ma anche tori persegue identico fine.
    Ma i ruoli cambiano e perfino il tori è tale per un brevissimo istante, altrettanto è per l'uke che passando per gaeshi waza capovolge i ruoli.Uke e tori sono il bianco e nero del cerchio zen, avrebbero significato divisi o diversi?
    Non credo.
    p.s. : spero di non aver detto un cofano di cretinate, ma oggi sono filosofo.
    Buon sabato.

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  2. Primo: bellissimo argomento, Nicola!
    Come giustamente dice Salvo, uke è parte dell'aikido quanto tori, solo che a volte mi sembra che nella pratica curiamo questo aspetto poco o niente, a meno che non si faccia da uke ai maestri.

    Per venire alla domanda iniziale, d'istinto mi viene da pensare che il punto di equilibrio fra non ostacolare tori e non falsare l'aikido passi proprio dal kinonagare.

    Ma è più una sensazione che un pensiero che saprei spiegare, e ho come idea di aver saltato qualche passaggio logico...

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