Tramite facebook mi è giunto l’invito a partecipare all’Kashima Shrine Enbu Festival, penso di fare un salto, nessuno è interessato?
Scherzi a parte il video è bellino da vedere.
Tramite facebook mi è giunto l’invito a partecipare all’Kashima Shrine Enbu Festival, penso di fare un salto, nessuno è interessato?
Scherzi a parte il video è bellino da vedere.
Vincenza ci avvisa :
“ Giovedì 2 Luglio alle 19:30 si terrà a Bari presso lo Shin Bu Dojo una lezione aperta
di Do-In (respirazione, stretching dei meridiani, meditazione, automassaggio).
A seguire intorno alle 21:00 si terrà una sessione di Overtone Chanting
(meditazione tramite vocalizzazione).
La serata è gratuita e aperta a tutti.
Presentati con abiti comodi e cuscino per meditazione.
Sei pregato di essere puntuale.
Per confermare la tua presenza o per ulteriori informazioni contattami al 347 8169277 o tramite e-mail vincenza_patruno@hotmail.com entro mercoledì sera. “
Se si pone la mente nell'azione del corpo dell'avversario, la mente ne sarà soggiogata.
Se si pone la mente nella spada dell'avversario, la mente ne sarà soggiogata.
Se si pone la mente nel pensiero di quali saranno le intenzioni dell'avversario che sta per colpirci, la mente ne sarà soggiogata.
Se si pone la mente nella propria spada, la mente ne sarà soggiogata.
Se si pone la mente nella propria intenzione di non essere colpiti, la mente ne sarà soggiogata.
Il significato di questo è che non vi è un luogo in cui porre la mente.
Estratto da "Lo Zen e l'arte della spada" di Takuan Soho.
Per gli occidentali la spada è un'arma, uno strumento offensivo e di espressione della potenza individuale. Nulla di più lontano rispetto alla conoscenza dello zen, per cui essa è simbolo di potere e di purezza, di virtù, di onore e di autorità divina; sapersi destreggiare con la spada, fermarsi a contemplarla e a lucidarla sono azioni che entrano a far parte integrante dell'esercizio spirituale. In questi scritti del monaco zen Takuan Soho, presentati dallo studioso di cultura e arte giapponese William Scott Wilson, è custodito il segreto dello "spirito della spada" giapponese.
Si porta a conoscenza dei gentili signori aikidoka, che il dojo per il mese di luglio seguirà il seguente orario :
le lezioni serali avranno luogo solo nei giorni dispari, dalle ore 19.30 alle 21.00.
Le lezioni pomeridiane non subiranno variazioni.
Il costo del mensile sarà ovviamente dimezzato.
Il dojo chiude i battenti per la pausa estiva ( ahinoi ! ) il giorno 15 di luglio, per riprendere l'attività nella prima settimana di settembre.
Quelli che sono interessati a praticare durante il mese prossimo, sono pregati di darne tempestiva comunicazione al Maestro.
p.s.: Sensei, possiamo portarci a casa un pezzetto di tatami, da mettere sotto al cuscino nelle lunghe e torride notti invernali?
durante volevo fuggirne, subito dopo ne sentivo già la mancanza.
Inoltre vorrei pubblicare un pensiero che mi è sorto stamane riguardo il nostro sensei Ruta: non è illuminato e non fa nulla per esserlo.
E per questo, lo sarà presto.
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p.s.: un flash che sostituisce fiumi di parole. Grazie Marco.
Questo è il link dal quale scaricare le foto degli esami tenuti dal M° Casale. Foto, che peraltro sono già, in parte, disponibili sul blog del Wak Ki Dojo ( http://wakakidojo.blogspot.com ) .
Grazie a Gigi del Waka Ki Dojo, per aver fornito il materiale.
Il video degli esami (1.2 giga ) è scaricabile al seguente indirizzo
E’ un archivio auto scompattante di 13 files, dopo averili scaricati, metteteli in una cartella e lanciate l’eseguibile .exe, il quale ricreerà il film.
p.s. purtroppo i 1000 shomen ci sono tutti, ma non tutte le fasi dell’esame :-(
Ieri sera aria di festa al dojo, serata piacevolissima e rilassata su quei tatami che tanto ci vedono “ sbattere “ negli altri giorni. Ancora una volta grazie al maestro ed Amico Fabrizio, per aver messo a disposizione il dojo per l’occasione. Se fossimo andati fuori, ci saremmo presi un “ viaggio di acqua” di quelli memorabili !
Fotografie
Finalmente, grazie ad Alessio, sono in grado di fornirvi le oltre 190 foto scattate in occasione dello stage. Cliccando su questo collegamento potrete visionarle e scaricarle su vostro pc.
A breve anche foto dell’esame tenuto dal M° Casale ( grazie a Gino del Waka Ki Dojo ) ed in seguito il video, “ grezzo “, cioè senza montaggi degli esami dan.
Buona domenica.
Avviso:
La festa post-esami si terrà al nostro dojo domani sera, al termine delle lezioni, alle ore 21.00. L’invito è ovviamente esteso anche ai praticanti degli altri dojo che hanno partecipato allo stage. Portate pure il vostro partner se volete. Nel solco della tradizione, la festa è offerta da quelli che hanno superato l’esame, ma chiunque può contribuire portando quel che più gli aggrada. A domani.
Ciao per la serata di venerdì pensavamo di fare un po' di sushi
grazie alla presenza di Miyuki che ci dava due dritte
Ci è venuto in mente che magari qualcun'altro aveva voglia di fare un po' di sushi per la serata ed inparare due cose sulla cucina giapponese.
Per cui questa è la proposta:
SUSHI FAI DA TE
ci si trova intorno alle 10 a Giovinazzo (viviamo vicino alla piazza)
si va al mercato del pesce - ognuno compra il suo pesce e il necessario
Alle 11 Miyuki ha un appuntamento, per cui noi si va a fare un bagno
e poi ci si trova alle 12 a casa e si cucina fino alle 14/15.
Il tutto si porta alla serata o a casa....
Riso ne abbiamo in abbondanza e di fogli di alghe(Nori) ne abbiamo un po'
Se piove non cambia nulla - bagno a parte.
Chi vuole venire ci dia un colpo di telefono entro stasera....339 6063758 / 3382472761
Ciao Saba Annika Miyuki Matteo
Reigi etichetta
La parola reigi in giapponese riunisce in sé i concetti di educazione, cortesia, gerarchia, rispetto reciproco, gratitudine verso il maestro e i propri partner di allenamento.
Così come nella società, nella famiglia e in ogni altro aspetto della vita ci sono regole, nel Budo (via delle arti marziali) c’è una gerarchia naturale dettata dal sapere, dalla maturità ed è quella che distingue il maestro dai discepoli e i sempai (allievi anziani) dai kohai (allievi giovani).
Nel dojo (luogo dove si allena il corpo, la mente e lo spirito), il rispetto verso le regole non deve nascere dal formalismo, dal moralismo, dalla passiva accettazione di regole “sociali”, dalla voglia di essere accettati e integrati nel gruppo ma è bene che il comportamento, col tempo, divenga spontaneo e provenga dal cuore altrimenti seguire le “giuste” regole, sarà solo apparenza e falsità.
Per i suddetti motivi, non ho mai amato mettere per iscritto regole di comportamento nel nostro dojo. In ogni caso, voglio avere fiducia che tutti voi comprendiate lo spirito delle norme sotto elencate. Potremmo considerarle come “suggerimenti provvisori” in attesa che esse scaturiscano spontaneamente dal cuore di ogni allievo.
1) Si arriva nel dojo prima dell’inizio della lezione. Chi arriva in ritardo non potrà partecipare alla lezione a meno di aver ricevuto il permesso preventivo dal maestro.
2) Salendo e scendendo dal tatami si esegue un inchino verso lo shomen (parete principale sulla quale è esposta la foto del Fondatore).
3) Durante la pratica è permesso indossare solo il gi e l’hakama. Le donne possono indossare sotto la giacca del gi una maglietta bianca.
4) Prima di lasciare lo spogliatoio si spegne il cellulare e ci si toglie monili, orologi, collanine, ecc.
5) Curare attentamente l’igiene personale e quella dell’uniforme. In particolare. portare sempre le unghie (di mani e piedi) corte e lavarsi i piedi prima di salire sul tatami.
6) Alla fine del primo saluto il maestro e gli allievi insieme pronunciano ad alta voce “onegaeshimasu”.
7) Durante la spiegazione delle tecniche ci si allinea in seiza (seduti in ginocchio sui talloni) per ascoltare gli insegnamenti in silenzio.
8) In generale, durante la lezione si rispetta il silenzio evitando di dire cose inutili.
9) Quando occorre riordinarsi il gi o l’obi (la cintura) si dice al partner sumimasen (scusa), ci si rivolge verso l’esterno del tatami - mai verso lo shomen - e ci si sistema nel più breve tempo possibile.
10) Alla fine della lezione, ci si dispone come all’inizio eseguendo tutti insieme il zarei (saluto in ginocchio) pronunciando ad alta voce “domo arigato gozaimashita” (grazie infinite) tra maestro ed allievi. Dopo il saluto al maestro, si fa zarei con i partner con i quali si è praticato (è di norma sempre il kohai che si avvicina per primo al sempai).
11) Coloro che guardano la lezione devono rimanere in silenzio, evitare di bere o masticare gomme.
12) Finita la lezione, ci si cambia rapidamente e in silenzio rispettando gli altri allievi che stanno ancora praticando.
13) Si paga la quota associativa all’inizio di ogni mese.
Cosa : festa post-esami
Quando : venerdi, 26.6.2009, alle 21.00
Dove : dojo o mare ( wheater permitting )
Chi: quelli che han superato l’esame offrono.
Il tempo è poco, organizziamoci velocemente, come al solito serve tutto, dal cavatappi alle tovagliette.
Io porto i miei famosi, ormai mitici “ Nodini alla kobayashi “ ed un pan-brioche, a patto che qualcuno leghi alla catena Pastore !
Facciamo veloce un elenco da appendere al dojo.
( questa bellissima foto, non è di mia proprietà, ma liberamente visionabile al seguente link )
Mari :
“ Io che volevo restare fuori sono riuscita solo sabato a stare lontana dall'evento- stage. Domenica alle 8.30 ero lì, alla seduta di Hachiriki, poi con la videocamera ho filmato le lezioni della mattinata. Sì, è vero, non mi sono fermata agli esami, non ho assistito alla Grande Impresa e tuttavia, per strane e misteriose vie, qualcosa mi è arrivata ugualmente: l'energia che preparava tutto era già palpabile durante lo stage e io l'ho vista, l'ho avvertita. Si può dire che lo stage io l'abbia vissuto per osmosi, il cui effetto è stato per me- in me tangibile durante la lezione di stasera, quando ho sentirto irradiarsi dal mio cuore pura gioia nel vedere le nuove cinture nere sul tatami e i loro visi diversi e la loro attenzione, verso noi principianti, più premurosa e più autorevole, e quando ho sentito il desiderio, di vivere anch'io un giorno la Grande Impresa, crescere fino a diventare ogni momento più grande, più fermo, quasi un giuramento! Mari “.
Saba & Annika :
“ Il seminario è stato ricco di spunti, approfondimenti e piacere
estremamente utile incontrare nuovi maestri
e poter ricevere da loro un poco delle "essenze" maturate negli anni
piacevole e con un po' di "friscicolio" giocare all'esame con gli altri
toccante "partecipare" all'esame delle cinture nere
che si è fatto esperienza tanto per chi stava sul tatami che per chi era dalla parte opposta.
insomma molto contenti
Dopo il seminario ci sono venuti alcuni film.
Così abbiamo deciso di fare un Dvd e di lasciarne tre copie al dojo. Chi volesse li può prendere e poi rilasciarli al dojo per gli altri.
I film sono:
Il Mahabarata - un film per la regia di Peter Brook. Il film è diviso in 3 episodi di 2 ore ciascun. E' una stupenda saga i cui eroi si fanno uomini ed archetipi. E' uno dei libri sacri indiani.
The second circle - è di un regista russo molto bravo, con un grande accento mistico e che "racconta", a suo modo, alcuni percorsi interiori.
Ferro 3 - è di un altrettanto bravo regista (thailandese?) che parla con una gran luce delle zone d'ombra e del silenzio.
Kung fusion - è un esilerante gioco sulle arti marziali ed i loro eroi.
Li lasceremo stasera al dojo chiunque sia interessanto li prenda. Se voleste approndire abbiamo una ricca videoteca.
Un abbraccio.
Saba Annika “
Salva :
“ Cosa è rimasto di questo Stage ? La certezza che mi sbagliavo!
Ero assolutamente non convinto del fatto di fare un seminario “ uno e trino”. Ho sempre apprezzato gli stages “ monomaestro”, c’è più tempo di andare oltre la corteccia e scorgere seppur da lontano il noccciolo. Mi sono invece dovuto, con piacere ricredere, riunire i tre Maestri su un solo tatami ha realmente senso. Si spazia dall’impostazione assolutamente fujimotiana di Casale a quella già più personale del M° Gargiulo, per tornare all’ortodossia tadiana più integralista di Ruta. La Via è comune, diverso il passo con cui la si percorre. Mi sbagliavo e son contento di doverlo ammettere. Come diceva il M° Gargiulo : “ …ci sono tutti i presupposti perchè questo appuntamento diventi un punto di riferimento importante “.
Cosa è rimasto di questo esame ? La certezza che non mi sbagliavo !
Mi aspettavo che l’amico ( proprio perchè anche amico ) e Maestro Fabrizio ci avrebbe spellati vivi. Lo ha fatto ! Se non fosse stato così mi avrebbe deluso!
Mi son rimasti un mare di lividi ed una gioia incontenibile, che ancora non smette di rinnovarsi. La certezza che alla mia età è ancora importante esporsi, lottare, sudare, soffrire. Mi sono rimasti gli sguardi di compassione ( nell’accezione latina di soffrire-con ) di chi a bordo tatami sorreggeva tutti noi con la sua energia. Mi è rimasta l’ immagine ed il rispetto per Fabrizio, che ti chiede 1000 shomen, ma poi li fa con te. Io poi, lo avevo di fronte. Il ki andava e tornava, figuratevi se mollavo! Piuttosto mi facevo segare una gamba. Mi sono rimasti flashes dell’esame, solo flashes, perchè ero così concentrato che il corpo, distrutto dalla fatica dava poco glucosio ai neuroni, lo serbava per i muscoli. :-). Mi è rimasto lo sguardo di mia moglie e mia figlia che mi hanno dovuto sopportare in questa lunga preparazione. I sorrisi dei miei amici e degli sconosciuti. L’immagine di quell’orologio le cui lancette sembravan girare all’incontrario. Le gambe che ormai erano di legno. La mano sulla spalla di Pastore. Le lacrime di gioia di Maurizia. La grinta che ci passavamo l’un l’altro. La splendida prova di carattere di Pietro a cui va il mio profondo rispetto. Se qualcuno ha pensato che facesse il gradasso, beh , si sbagliava. Nel silenzio che accompagnava le sue ukemi c’erano le mani di tutti i presenti che lo spingevano a non mollare e se mai avesse mollato, qualcun' altro avrebbe continuato per lui, ne son certo. Mani che alla fine si sono unite in un applauso fragoroso. Avete notato che non ha neanche barcollato un attimo nel rialzarsi? Gli astanti si sono allarmati quando il nostro Sensei faceva sprangare a Nicola le finestre? Vi assicuro che se pure le avesse fatte murare, nulla sarebbe cambiato su quel tatami ormai magico. A stento ricordo la pioggie ed il sole, ricordo solo un ki immenso che potevi tagliare a fette. E poi gli abbracci, i sorrisi, le pacche sulle spalle.Tutti facevamo AIKI, dentro e fuori dal tatami. Tutti. Ed a tutti, grazie. “
Pasquale:
“ Naturalmente dopo un po’ di mesi di allenamento in dojo, un’idea di quello
che è l’aikido me l’ero fatta. Ho anche letto un po’ di libri sull’argomento.
Due giorni di stage intensivo sono però proprio un’altra cosa. Si entra in un
mondo diverso nel quale le regole di vita ordinaria a cui siamo abituati non
valgono più. Il ritorno alla realtà quotidiana dopo due giorni così non è stato
semplice!
L’altra particolarità è che la conduzione dello stage era affidata a tre
maestri, ognuno con un suo modo di insegnare o anche di intendere l’aikido. L’
aikido è uno solo o tanti quanti sono i maestri che lo insegnano? Questa è una
delle prime domande che mi sono fatto. La risposta che ho trovato è che c’è un’
unica essenza con mille sfaccettature diverse. Così come c’è un’unica origine
dell’universo che ha dato vita a molte forme diverse: pianeti, costellazioni,
forme di vita. Ciascuna forma ritorna sempre però prima o poi all’essenza
originaria.
Così ci spiegava il maestro Luigi Gargiulo che man mano che il suo studio
dell’aikido procede, diventa sempre più “spirituale”, sempre meno legato alla
tecnica in se, e sempre più alla ricerca dell’essenza, dell’armonia dei
movimenti, del perfetto sincronismo con il partner e con ciò che è intorno,
sino al punto in cui non c’è più un dentro ed un fuori, un io e l’altro, ma una
perfetta compenetrazione, una fusione con il movimento e l’energia dell’
universo. A quel punto il movimento nasce spontaneo, senza più la necessità di
pensare ad una tecnica da eseguire. E’ sufficiente che Uke entri nel mio
spazio, perché il mio movimento nasca e si sviluppi, prima ancora che Uke mi
abbia afferrato. Per questo, dice il maestro, occorre coltivare la sensibilità
allo spazio, sentire e percepire con tutti i sensi lo spazio che si ha intorno,
sin da quando ci si siede in seiza per il saluto. Allo stesso modo occorre
coltivare la sensibilità alla percezione dell’energia che proviene dalla terra
e dal cielo, e diventare capaci di canalizzarla, di farla fluire attraverso il
movimento del corpo, senza ostacolarla con inutili irrigidimenti o tensioni. A
questo proposito ho trovato straordinari gli esercizi di Hachi
Riki.
Un altro principio che ho appreso attraverso lo studio del Jo con il maestro
Ruta, è quello che riguarda il mantenere il contatto, seguire il movimento del
Jo dell’altro, non contrastandolo, non opponendo resistenza, ma adeguando il
mio movimento al suo. Ne viene fuori una specie di danza, egregiamente spiegata
dal maestro con tanto di dimostrazione di ballo, più che un duro combattimento.
Ho scoperto che nella misura in cui non mi oppongo, ma adeguo il mio movimento
a quello dell’altro, sono in grado di cambiare rapidamente per adeguarmi al
mutare della situazione, come un salice che si piega adeguandosi al vento e per
questo non si spezza mai, o come l’acqua che adegua il suo movimento a tutto
ciò che incontra pur mantenendo intatta la sua essenza. Questo è un grande
insegnamento anche per la vita quotidiana!
Infine ho scoperto la natura Yin e Yang dell’aikido. Chi dice che aikido è
solo armonia, pace e amore? Sicuramente ha queste componenti molto femminili
(Yin), ma ha anche aspetti decisamente duri (Yang). Conoscevamo il maestro Ruta
nei suoi aspetti più Yin, estremamente cordiale, affabile, materno,
comprensivo, disponibile, simpatico, durante gli insegnamenti sia in dojo che
nel corso dello stage. Abbiamo adesso conosciuto il maestro Ruta nel suo ruolo
di esaminatore per i gradi dan: duro, severo, incontentabile, ai limiti della
crudeltà e del sadismo! Le due facce di una stessa medaglia, un aspetto non
può essere separato dall’altro. L’aikido è anche duro allenamento, esercizio
costante, concentrazione, volontà, carattere, disciplina. Attraverso il suo
comportamento, il maestro ci ha insegnato che l’aikido non può essere preso
sottogamba, o in maniera superficiale, come una qualsiasi attività sportiva. Ma
richiede estrema dedizione, caparbietà e volontà, se si vuole arrivare a
determinati livelli.
Che dire, “it’s the Aikido baby” (è l’aikido, bellezza)!
Pasquale “
Andrea:
“ Leggendo i vari commenti allo stage, e soprattutto il commento di Salvo, in gran parte dedicato all'esame, mi sono venute in mente un po' di cose che è il caso di condividere con altri.
Innanzitutto vorrei fare presente che uno stage, con 1, 2, 3 o 24 maestri è sempre un'esperienza, ed è necessario farla, almeno di tanto in tanto. Conoscere altri stili di Aikido è parte dell'Aikido stesso, ed è essenziale porsi di fronte a un nuovo modo di muoversi e di sentirsi, prendere coscienza del fatto che non esiste qualcosa di giusto o sbagliato, che siamo noi a fare i movimenti in un modo e ne dobbiamo essere coscienti, perchè altri potrebbero dirci che stiamo sbagliando. E questa consapevolezza non è comune a tutti, ve lo assicuro per esperienza personale.
Io personalmente ci ho messo 10 anni per capire questo, e 1 anno di questi l'ho passato praticando all'estero, dove le differenze sono molto più marcate.
Da questo punto di vista questo stage è stato molto bello, sia perché ha offerto a tutti noi la possibilità di "spiare" l'aikido da più buchi della serratura, sia perché ci ha consentito di godere delle differenze tra i tre maestri che ci hanno insegnato, apprezzando l'allegria e la semplicità di Fabrizio, la leggerezza e la spiritualità di Luigi e la precisione e l'energia di Domenico (e scusate se li chiamo per nome, ma dopo aver passato con loro tanto tempo sul tatami, mi sembra la cosa più naturale).
E ora vorrei parlare dell'esame. Io ne ero fuori, e al contempo, come tutti, ne ero dentro. Innanzitutto complimenti a tutti, e soprattutto al maestro, che era bellissimo mentre viveva la fatica degli allievi negli shomen e nelle cadute. E poi complimenti a chi è riuscito a vivere l'esame come un allenamento, nè più e nè meno. Effettivamente sono dell'opinione che un esame sia necessario, perchè è un modo di mettere un punto e a capo nella nostra vita, non solo aikidoistica. Ma al contempo il senso dell'esame può essere travisato, e può essere visto come un momento in cui dimostrare qualcosa, anche solo a se stessi, quando quel qualcosa andrebbe dimostrato ogni giorno.
Per quanto riguarda le mie sensazioni durante l'esame dei miei amici, bè sono molteplici e complicate. Sono stato invidioso, perchè il loro esame è stato esattamente come me lo sarei aspettato, e come mi immaginavo, tempo fa, sarebbe stato il mio esame di shodan. Sono stato felice, perchè al mio esame non ho dovuto faticare così tanto. Sono stato deluso, perchè al mio esame non ho dovuto faticare così tanto. Mi sarebbe piaciuto farlo con gli altri, ma non ritenevo sarebbe stato giusto, perchè l'esame è uno spazio privato di chi lo fa, almeno nella mia opinione, a cui gli altri possono assistere senza essere invadenti. Ho pensato che mi rifarò al mio esame di nidan e mi sono sentito "colpevole" per questo, perchè mi sono sentito insoddisfatto del mio di esame, perchè sono ricaduto nell'errore di vederlo come un momento in cui fare le cose meglio del solito, più dure del solito.
E credo che ognuno di noi, durante l'esame dei nostri amici, ha provato delle emozioni e delle sensazioni. L'esame l'hanno fatto loro, ma in fondo, è un po' come se l'esame l'avessimo fatto tutti noi.
Andrea “
Frank:
“ Io lo stage, che come mio solito quando devo fare una cosa nuova, non sapevo neanche in che cosa realmente consistesse, l'ho vissuto come un uscire dal porto per vedere se ero in grado di "galleggiare" in mare aperto...
Ho dalla mia il fatto di essere tra i più disastrati come preparazione atletica e come fiato però la famosa adrenalina di cui mi parlavano la settimana scorsa ha preso alla grande il sopravvento sulla stanchezza e sul caldo.
E' stato molto formativo imparare da nuovi maestri delle sfaccettature a mosse che invece credevo ormai di aver appreso (ikkyo su tutte) ma è stato utile anche praticare con nuovi mu kiu (ora non più) appartenenti agli altri dojo della città;Poi c'è stata la sessione con le armi e per la quasi totalità di noi "rookie" è stato un battesimo prechè eravamo abbastanza all'oscuro di come si usa un jo, certo vi abbiamo visto una marea di volte nel dojo esercitarvi soprattutto ultimamente per gli esami ma, almeno ai miei occhi, sembravate fare dei movimeti incomprensibili (ora invece capisco che l'assecondare il movimento del jo avversario vuol dire non prenderselo in testa dall'altro lato).
Poi c'è stato l'esame... ho sentito dire da qualcuno che gli esami che non si dimenticano più sono quello del 6° kiu e quello del 1° dan...beh il primo lho vissuto col corpo(e con la mente) il secondo col cuore; è stato qualcosa di veramente fighissimo.
Domo arigatò
Francesco “
La mia prima esperienza ad un seminario di aikido è stata piena di emozioni piacevoli e non (soprattutto per le abrasioni sulle dita dei piedi). Due giorni fantastici sotto tutti i punti di vista. Tanta energia, tante nuove proposte su cui lavorare nei prossimi mesi, tanto sudore versato sul tatami. Nonostante le mie precedenti esperienze marziali, non ho mai percepito un’atmosfera paragonabile a quella di questo fine settimana.
Grazie a tutti i miei compagni di sventura per aver condiviso con me le paure del primo esame e grazie a Fabrizio per averci guidato sempre con il sorriso, nonostante le nostre ushiro ukemi più simili al rotolamento di un masso da una montagna che ad una capriola.
Alla prossima
Cesare
Un giorno allo Stage,
alleghiamo il programma di sabato e domenica:
ALCUNI AVVISI:
- Cercasi cameraman tra coloro che verranno solo ad assistere, senza praticare.
-Nella serata di sabato, alle ore 20.00 circa, allo Shin Bu Dojo, si terrà la cena sociale.
Tutti i partecipanti sono invitati a partecipare e se gradiscono possono accompagnarsi al proprio partner.
Nel solco della usanza del Dojo, sarà una cena gratuita e “ self-carrying “, nel senso che ognuno parteciperà portando quanto gli aggrada.
Non dimentichiamo , nel portare il materiale edibile, anche altre cose essenziali quali: tovaglie, fazzolettini, APRIBOTTIGLIA & CAVATAPPI, bicchieri di carta.
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Per quanti vengono da fuori si acclude mappa con indicazioe del luogo dove si terrà lo Stage:
E con questo, “ che la festa abbia inizio “. Divertitevi
Caspita, mi sento tanto Pippo Baudo.
p.s.. in bocca al lupo per i poveretti che faranno l’esame con 30° C.
…come dicevano i latini.
Il tempo è scaduto !
Le lezioni pomeridiana e serali di domani saranno esclusivamente delle sedute di massaggi
Se qualcuno volesse sfruttare i rimasugli di tempo rimastigli, può mettersi in un angolo, allenarsi da solo, non rompere con frasi tipo : “ Maestro, non mi ricordo ushirokiriotoshisuattaccodishomeninhanmitachiwazanonèchemelospieghiperfavoreee ? “.
Sarà abbandonato al proprio destino >:-(
…avranno notato come il Count Down puntasse a domenica e non a sabato, ma ammetto di esser stato distratto dal target del “dì di festa “.
Avviso supplementare : unghie tagliate corte (anche le donne ! ), mi scoccerebbe assai finire per la seconda volta nel posto in cui lavoro a farmi mettere dei punti sull’orecchio, perchè il simpaticone di turno non si era tagliato le unghie !!!
L’aikido sarà pure amore, ma… IO NON MI CHIAMO AIKIDO !
Tranquilli che non chiuderei un occhio ( almeno non il mio ! ).
Uomo e donna avvisati….
Buon giorno, iniziamo con una bella notizia: Josè si è appena laureato in Medicina e Chirurgia .
Con la solita misurata compostezza gli porgiamo i nostri
AUGURIIIIIII !
Secondo avviso: oggi alle 19.00 allenamento per esame I dan.
Lezione del M° Ruta presso il “ Ni-Shin Dojo “ di Palo del Colle.
La lezione avrà luogo lunedi 15 giugno, inizierà alle ore 19.00 e durerà un’ora e mezza.
Coloro che fossero interessati all’ iniziativa potranno contattare Roberto Vinciguerra o la segreteria del centro sportivo Free Evolution per eventuali ragguagli.
Dal mese di luglio l’orario ed i giorni di lezione subiranno modifiche.
Le lezioni termineranno il giorno 15, avranno luogo solo nei giorni dispari, dalle ore 19.30 alle 21.00.
Il costo della retta mensile sarà dimezzato.
Dieci giorni allo stage.
Ricordo ai nostri praticanti che le iscrizioni si fanno al dojo e non al Palazzetto.
Datevi da fare.
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Con la riapertura autunnale sarà aggiunta alle pratiche del nostro dojo anche la meditazione zen.
Trovete informazioni al riguardo sul nostro sito, al seguente link.
Ormai si son perse le tracce del nostro caro amico
pensiamo che sia
verso
con
oppure con
speriamo non con
ad ogni modo dovunque tu sia , torna a casa
ti aspettiamo con ansia per
non hai piu’