martedì 9 novembre 2010

Far decantare il vino

Mari

Il vino buono va fatto decantare perché possa essere gustato.

Il week end romano con il Maestro Tada è quel vino buono che è stato versato nel decanter: ora è possibile, a distanza di giorni, assaporare le sue parole e sentire che lavorano non solo nella pratica ma anche nella vita.

Prima delle sue parole mi ha affascinato la sua persona e in altro modo non posso esprimere quello che ho provato e provo se non dicendo che mi sono innamorata. Possibile innamorarsi di un uomo di ottant’anni? Ebbene sì!! Come non essere presa da quella sua “presenza”? Quasi tangibile il dojo personale del Maestro Tada! Un dojo non chiuso, tuttavia, nel quale tutti abbiamo avuto accesso, ora sotto il suo sguardo compiaciuto (ne ho colto uno così su Valentina mentre praticava sapientemente in un gruppo come tori!) ora sotto il suo sguardo premuroso e benevolo, talora solo appena un po’ impaziente per la “lentezza” di molti di noi.

Mi sono rimaste impresse soprattutto le parole che paragonavano l’aikido ad un’arte sopraffina come la pittura. E molti sono stati gli esempi in cui il Maestro ha fatto ricorso a immagini di paesaggio e a colori. Dove posare lo sguardo? Il Maestro dava indicazioni per “fissare un punto”, ma non un punto “vuoto” di senso: se si trattava di guardare in alto diceva di fissare così intensamente lo sguardo nel cielo da far diventare i nostri occhi azzurri; se invece la direzione dello sguardo scendeva al livello dell’orizzonte allora l’immagine da visualizzare diventava la cresta ondulata di una montagna; se si trattava di fissare lo sguardo in basso allora occorreva sprofondare con gli occhi due metri sotto terra. Le sue parole hanno creato immagini tangibili dentro di me. Chiaro perché più volte il Maestro Tada abbia ripetuto che il senso più importante è il tatto! Mi è sembrato di toccare con il naso quella terra nella quale sprofondava il mio sguardo, di sentirne l’odore pungente, mi è sembrato davvero di sfiorare con le dita, diventate lunghissime, quella cresta di montagna.

E poi il Maestro ci ha svelato un segreto. Il segreto per apprendere, secondo il quale l’allenamento di ore è certo necessario ma inutile se manca l’unica disposizione veramente importante: quella di fondersi totalmente con ciò che desideriamo faccia parte di noi!

Mari

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Grazie Mari, per la tua collaborazione al nostro blog.

Grazie per il bel  commento allo stage Sorriso

Sal.

2 commenti:

  1. Valentina (from London)9 novembre 2010 alle ore 19:36

    Mari carissima..
    (non saro' poetica e meravigliosamente accademica come te ma esprimo il mio pensiero :) )
    suppongo sia stata la tua prima volta con il M'Tada (ahhaha colgo da sola l'ambiguita').. ricordo che la "concretezza" del Maestro e' stata una delle prime cose che ha colpito anche me.. la prima volta..a la spezia 2005 come tutte le altre a seguire.
    Tanti amici non praticanti mi chiedono in continuazione perche' mi ostini a partecipare a seminari del Maestro tutti gli anni: "la spezia?? lo hai gia' fatto l'hanno scorso".. come spiegare loro i regali non solo "tecnici" propri dell'aikido, ma soprattutto spirituali che in ogni seminario il Maestro ci fa dono.
    Ho un immagine dentro di me: lo sguardo "innamorato" di Fabrizio durante le spiegazioni di Tada che dopo piu' di 20 anni coglie i suoi insegnamenti con umilta' ma soprattutto con amore. Amore che significa "fondersi totalmente con ciò che desideriamo faccia parte di noi" come tu dici :)
    questa e' l'unica attitudine richiesta!!
    A roma nel 2010 come a la spezia nel 2005 rimango sempre affascinata dalla semplicita' con cui il maestro spiega le tecniche, il suo approccio fresco e leggero che lo rende "masticabile" anche ai principianti.
    Anno dopo anno scopro nuove sfaccettature dei suoi insegnamenti, nuove applicazioni, nell'aikido e nella vita quotidiana.. per quanto abbia comunque dei punti che non condivido (per esempio la totale assenza nei suoi discorsi delle emozioni).
    Ma l'arricchimento anche solo energetico dopo un seminario del Maestro e' qualcosa di impagabile e' la carica della batteria di cui lui parla sempre.. il tramite con l'universo.. io mi sento troppo piccola e isalata rispetto all'energia universale, ma fare kokyu aiwase o tori fune di fronte a luie' come se stessi utilizzando un prezioso strumento che collega me all'universo.
    Il Maestro e' veramente GRANDE!!!

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  2. intervengo, con il mio personale punto di vista. Ritengo che avete rilevato (Mari e Vale), con le vostre personali sfacettature, "nel fondersi totalmente con ciò che desideriamo faccia parte di noi", l'amore per la vita.
    Io vedo questo amore come l'estensione della mia energia (piccola, piccola) con quella che ci pervade e ci avvolge (e che è quieta) ma osservo che tutto ciò è difficile e il Maestro Tada altro non fa che indicarci una strada, un metodo. A Milano abbiamo lavorato sulla estensione della nostra energia vitale. Siamo noi, anche con le nostri quotidiane scelte a fare aiki. Ritengo che lui (tada) sia unico ma lo siamo anche noi, con la nostra personale via che percorriamo tutti i giorni. per concludere, sperando di essere stato il più chiaro possibile (cosa difficile preferisco parlare), l'aikido è una via verso l'amore intesa come una unione ed un equilibrio prima con noi stessi e poi con il tutto. Ma le strada sono infinite, sta a noi saper scegliere quella più adatta che ci viene indicata.
    nic

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