mercoledì 6 ottobre 2010

Hic et nunc …a paso doble

 

zazen_21

Ricevere proprio ciò di cui il tuo corpo, il tuo spirito hanno bisogno in un dato momento sorprende sempre. Ma come faceva a saperlo? Mi sono chiesta. È stato questo il mio incontro con il M° Zucco.

Sarà che uno stage nasce da un’attesa, sarà che ci si predispone a sperimentare un Aikido “diverso”, un Aikido filtrato dalla personalità di quel Maestro, non so, ma ciò che mi è arrivato è stata come acqua fresca di sorgente.

Forse la liberazione della mente è stata favorita, semplicemente, come ha ampiamente documentato Salvatore, dai kilometri macinanti in autostrada o dal gioco a biliardino. Comunque sia, anche questa volta, sono stata presa per i capelli nel momento in cui stavo pensando che l’Aikido forse è troppo forte per me e aspro, che forse preferirei danzare o cantare o suonare o dipingere.

Prima di tutto la posizione di seizà : passare in rassegna il proprio corpo, il bacino che ruota in avanti come una scodella, il filo invisibile che tende la colonna verso il cielo e che fa arretrare il mento sul petto e ti alleggerisce sulle gambe, l’aria che fluisce fino alla punta delle dita dei piedi, delle mani. Respira contando e se i pensieri ti assalgono e non sai più a che numero sei arrivata, ricomincia.

Quante volte avevo sentito quelle parole dal M° Ruta?

Molte volte. Lì però una nuova consapevolezza, la calma e la sensazione che ci sarebbe stato tutto il tempo, che quel momento che mi piace tanto, in cui si prende e riprende il contatto con se stessi, non si sarebbe risolto in pochi frettolosi minuti prima delle tecniche, hanno aperto una porta. Il tempo dedicato al kinorenma è stato come quando, prima di ballare con un nuovo ballerino, ci si guarda negli occhi, ci si avvicina lentamente e con molta delicatezza ci si prende, si fa qualche movimento lento per vedere come l’altro ti segue, se il sentire è lo stesso, se si può provare a muovere qualche paso doble. Una volta provato l'affiatamento si può volare! Il nuovo ballerino ce l’abbiamo di fronte ogni giorno: è ognuno di noi per se stesso, mai uguale, sempre diverso.

E il ballo è arrivato proprio con il Maestro. Un grande regalo e una conferma. Non c’è separazione, non c’è scelta dolorosa da fare, anzi c’è da unire l’armonia e il piacere della danza con quella stabilità fluida che viene dall’Aikido, quella consapevolezza profonda dell’hic et nunc, saggezza di tutte le saggezze.

Mari

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