martedì 12 ottobre 2010

Il sasso nello stagno

 

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Il Maestro ieri ha lanciato un sasso nello stagno, la prima onda è arrivata a riva.

Ringrazio Pasquale per il bellissimo post di risposta che ci ha inviato.

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“ Caro Maestro,

ho fatto qualche riflessione sulle tue parole, indubbiamente vere.
I principi o convinzioni interiori di ciascuno determinano il comportamento esterno, o anche il modo di praticare un’arte come l’Aikido.

Ti faccio però una domanda: è così che effettivamente dovrebbe essere?

Ricordo una massima Zen che dice più o meno così: “dalla forma viene il vuoto, e dal vuoto viene la forma”.

Probabilmente questo vuol dire che la forma non è la meta finale, ma solo un veicolo, uno strumento che ci permette di arrivare a qualcos’altro.

Possiamo arrivare a questo “altro” solo a patto di liberarci della forma, dopo averla appresa e interiorizzata. Se noi viceversa rimaniamo “attaccati” ad una certa forma (interiore o esteriore) probabilmente ci precludiamo altre possibilità di conoscenza.

Prendo gli esempi da te citati. Il credente che segue i dettami della propria religione, ed ha alcune convinzioni interiori circa Dio, onnipotente e misericordioso, cerca a tutti i costi di mantenere questa visione (o forma) anche se viene continuamente contraddetta dalla realtà.

Come può infatti un Dio onnipotente e benevolo assistere indifferente ad una ragazzina uccisa barbaramente, violentata e scaraventata in un pozzo? Il credente preferisce non vedere, o comunque darsi un’altra spiegazione (“la volontà di Dio è
imperscrutabile”) pur di mantenere e preservare la sua forma o convinzione interiore.

Se non rimanesse così attaccato alle sue convinzioni, probabilmente
potrebbe arrivare ad un’altra idea di Dio, più vicina alla realtà.

Il vegetariano che ha la convinzione di dover rispettare gli animali non uccidendoli per cibarsene, rifiuta di vedere che nella realtà il leone uccide la gazzella, perché è così che funziona l’equilibrio naturale.

In caso contrario ci sarebbero troppe gazzelle, che mangerebbero tutta l’erba e le piante e distruggerebbero il pianeta.

Se O’ Sensei fosse rimasto “attaccato” alla forma (o convinzione) delle arti  marziali del suo tempo (“uccidi il nemico”), probabilmente oggi non avremmo l’Aikido.

Ricordo che durante un’intervista in età ormai avanzata gli fu chiesto quale forma avesse appena eseguito. Lui rispose che arrivato a questo punto ogni suo movimento era una forma.

“Dalla forma viene il vuoto e dal vuoto viene la forma”        


Pasquale  “

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