martedì 12 ottobre 2010

L’onda di ritorno

Onda 

La risposta del maestro ai pensieri di pasquale:

 

>>>Ti faccio però una domanda: è così che effettivamente dovrebbe essere?
Ricordo una massima Zen che dice più o meno così: “dalla forma viene il vuoto, e dal vuoto viene la forma”.
Probabilmente questo vuol dire che la forma non è la meta finale, ma solo un veicolo, uno strumento che ci permette di arrivare a qualcos’altro.

Possiamo arrivare a questo “altro” solo a patto di liberarci della forma, dopo averla appresa e interiorizzata. Se noi viceversa rimaniamo “attaccati” ad una certa forma (interiore o esteriore) probabilmente ci precludiamo altre possibilità di conoscenza. <<<<

La forma e il contenuto sono due facce della stessa medaglia. In questo mondo terrestre l'essenza ha bisogno di una forma per vivere ed esprimersi. Ti faccio l'esempio di un profumo a cui occorre un flacone per non dispertdersi ed essere presente. Così un fiume ha bisogno del letto per seguire il suo corso e non esondare. O un brano musicale ha bisogno di un supporto per poter eseere trasmesso e ascoltato.... forma e vuoto sono intercorrelate come esetrno ed interno, forma ed essenza, filosofia interiore ed espressione esteriore...

>>Prendo gli esempi da te citati. Il credente che segue i dettami della propria religione, ed ha alcune convinzioni interiori circa Dio, onnipotente e misericordioso, cerca a tutti i costi di mantenere questa visione (o forma) anche se viene continuamente contraddetta dalla realtà.

Come può infatti un Dio onnipotente e benevolo assistere indifferente ad una ragazzina uccisa barbaramente, violentata e scaraventata in un pozzo? Il credente preferisce non vedere, o comunque darsi un’altra spiegazione (“la volontà di Dio è
imperscrutabile”) pur di mantenere e preservare la sua forma o convinzione interiore. <<<

Prima di tutto non ho detto che la filosofia che si segue sia la verità assoluta ma si tratta solo delle proprie convinzioni che poi plasmano i comportamenti che (a parte gli ipocriti) sono dettati appunto da quel che si ritiene vero e giusto (al di là se lo sia o no veramente).

Comunque per rispondere al tuo quesito (che apre un altra questione) la mia opinione è che Dio non è nè buono nè cattivo ma al di sopra delle nostre categorie umane e relative. Inoltre egli ci ha donato il libero arbitrio ed è questo che ci da la libertà di operare il bene o il male. E' proprio il libero arbitrio che rende l'uomo grande (perchè non è costretto, da un Dio misericordioso che impedisce il male, a fare cose buone ma sceglie liberamente che scelte operare ). Ed è sempre il libero arbitrio che apre la possibilità di diventare mostri. La misericordia dovrebbe appartenere a noi umani che potremmo sospendere il giudizio verso chiunque, guardando a tutto il male e le distorsioni che albergano nel nostro cuorte, piuttosto che additare con odio le persone che di volta in volta scelgono il male. Questo non vuol dire che la legge non debba intervenire verso chi delinque, ma che un vero cristiano non giudica e non lancia sassi, mai.

>>Ti faccio un altro esempio: i cattolici che ritengono che l'aborto andrebbe impedito per legge vogliono togliere il libero arbitrio (e quindi la possibilità di fare vere scelte, che partono dal cuore). L'uomo deve invece scegliere non essere obbligato a comportarsi secondo un modello (anche se questo fosse, in assoluto, giusto). L'uomo obbligato a fare il bene è solo un bambino, l'uomo che sceglie il bene è un adulto!

Il vegetariano che ha la convinzione di dover rispettare gli animali non uccidendoli per cibarsene, rifiuta di vedere che nella realtà il leone uccide la gazzella, perché è così che funziona l’equilibrio naturale.

In caso contrario ci sarebbero troppe gazzelle, che mangerebbero tutta l’erba e le piante e distruggerebbero il pianeta. <<<

E' vero ma l'esempio non regge perchè noi non siamo leoni che sono invece carnivori. L'essere umano al massimo è un onnivoro. Il tubo digerente di un vegetariano è molto più lungo di quello di un carnivoro perchè le fibre vegetali hanno bisogno di più tempo per essere digerite. E gli esseri umani sono più simili agli animali vegetariani che ai carnivori.

In ogni caso io non volevo discutere sul fatto che sia giusto o meno essere vegetariani o credenti ma solo del fatto che le nostre scelte interiori plasmano (o meglio "dovrebbero plasmare")  i nostri comportamenti. Gli esempi servivono solo a chiarire la mia  idea...

Se O’ Sensei fosse rimasto “attaccato” alla forma (o convinzione) delle arti  marziali del suo tempo (“uccidi il nemico”), probabilmente oggi non avremmo l’Aikido.

E' appunto quanto sostengo: poichè OSensei ha cambiato la visione interiore ("il praticante delle arti marziali non usa la sua abilità per uccidere ma per preservare la vita") anche, conseguentemente, le forme esteriori sono cambiate dando vita all'aikido che noi conosciamo. Come prova del nove: se un maestro insegnasse l'aikido come una tecnica valida per uccidere si troverebbe irremediabilmente a dover modificare le forme esteriori tramandate dal fondatore.

Ricordo che durante un’intervista in età ormai avanzata gli fu chiesto quale forma avesse appena eseguito. Lui rispose che arrivato a questo punto ogni suo movimento era una forma.
“Dalla forma viene il vuoto e dal vuoto viene la forma”        

Sono d'accordo:
"Dai comportamenti dell'uomo si può conoscere il suo cuore e dalla sua filosofia si saprà come agirà"
Spero di essermi chiarito meglio e ti ringrazio di cuore per il tuo contributo

un abbraccio

Fabrizio

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