Vi passo un link molto interessante, riguarda un’intervista che il Maestro ha rilasciato nel 1994 e pubblicata sul sito di aikidojournal.com.
Alcune cose sono ormai assolutamente distanti dalla pratica moderna delle arti marziali, altre fanno capire la profondità e la complessità dell’insegnamento di questo Maestro.
Altre ancora sono terribilmente scoraggianti.
Al praticante moderno la scelta sulla Via da seguire.
splendido:
RispondiElimina"L’allenamento personale è importante, non importa quale arte si pratichi. Ognuno dovrebbe avere il suo programma di allenamento, a partire dalla corsa. Quando avevo tra i venti e i trent’anni, mi alzavo alle 5.30 ogni mattina e correvo per quindici chilometri. Una volta finito andavo a casa e mi allenavo a colpire un fascio di legna con un bokken (spada di legno). A quel tempo le case a Jiyugaoka erano molto più lontane tra loro, così potevo fare tutto il rumore che volevo. Mi allenavo usando il sistema dello Jigen-ryu, che avevo imparato da O-Sensei ad Iwama. Si narra che in antichità i guerrieri del dominio di Satsuma (a Kyushu) colpivano un fascio di legname diecimila volte al giorno, ma io riuscivo solo ad arrivare al massimo a cinquecento. All’inizio perdevo sensibilità alle mani, ma dopo un po’ potevo colpire un grosso albero senza problemi. Ho allenato i miei studenti delle Università di Waseda e Gakushuin in questo modo. Lo trovo uno dei migliori metodi di allenamento in aikido"